L’ascolto selettivo è la capacità di seguire con attenzione una conversazione anche quando ci sono altre conversazioni e suoni di sottofondo che potrebbero interferire. Un po’ come quando, al ristorante o durante una festa, si riesce a parlare con la persona che abbiamo di fronte o con il gruppo di persone con cui siamo usciti, anche se gli altri suoni riempiono la stanza e potrebbero fungere da distrazione sonora.
L’ascolto selettivo è conosciuto dai più come effetto cocktail party. Ma da dove deriva questo nome così particolare?
Da dove deriva il nome cocktail party?
Negli anni Cinquanta, lo scienziato cognitivista Colin Cherry iniziò a condurre una serie di esperimenti sull’ascolto selettivo chiedendo ai soggetti di ascoltare due conversazioni contemporaneamente e scegliere di seguirne soltanto una. L’esperimento dimostrò che i soggetti riuscivano a seguire e ricordare perfettamente la conversazione scelta mentre avevano completamente ignorato e cancellato l’altra. E la situazione di vita reale in cui il cervello è costretto a compiere una scelta simile che più si avvicina all’esperimento è quella delle feste, o cocktail party, durante le quali si cerca di seguire la conversazione a cui siamo interessati ignorando tutte le altre conversazioni che si svolgono intorno a noi, musica di sottofondo compresa. Da qui, il nome effetto cocktail party.
Come funziona l’ascolto selettivo
Ma come funziona l’ascolto selettivo o cocktail party? Esso è frutto di una sinergia tra l’apparato cognitivo e l’apparato uditivo, ma è un’azione involontaria, che non eseguiamo consciamente. Potrebbe essere simile a quando, durante la notte, l’apparato uditivo continua a captare i suoni anche se stiamo dormendo, ma il cervello non li registra consentendoci di riposare. Nella parte interna dell’orecchio è situata una membrana, chiamata membrana tectoria, che funziona come una sorta di filtro involontario che blocca la ricezione di alcuni suoni. In particolare, sembrerebbe bloccare i suoni tra o 1.000 e 10.000 Hz, ossia quelli classificati come rumore.
Allenare l’ascolto selettivo
L’ascolto selettivo, purtroppo, è una capacità che si affievolisce con il passare del tempo, così come la capacità uditiva in generale. Tuttavia, è possibile allenare l’udito e la mente ad escludere i suoni indesiderati attraverso l’esercizio musicale.
Alcuni studi hanno infatti dimostrato che i musicisti anziani sono in grado di sfruttare maggiormente l’effetto cocktail party rispetto a persone della stessa età che non avevano mai praticato musica. L’allenamento musicale di orecchio e cervello dunque potrebbe supportare la capacità di ascolto selettivo anche quando, per il naturale calo fisiologico dovuto all’età, la membrana tectoria che fa da filtro si è deteriorata.